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    Con Candidaterra la tradizione vinicola rivive a Ventotene

    venerdì, 16 agosto 2024 Irene Perico, venerdì, 16 agosto 2024 (0 minuti di lettura)

    Una storia di amore e di radicamento alla propria terra, quella del giovane Luigi Sportiello, che con tenacia e dedizione ha fatto rinascere la viticoltura sull’isola di Ventotene. In questa perla del Mar Tirreno, dove leggenda vuole Ulisse riuscì a resistere al canto ammaliante delle sirene, per secoli si sono prodotte eccellenze enologiche fino a quando l’isola, in seguito a un progressivo spopolamento, si è convertita sempre più al turismo.

    La storia di Luigi Sportiello

    Gianpaolo Girardi e Luigi Sportiello

    Gianpaolo Girardi e Luigi Sportiello

    Discendente da una delle prime famiglie sbarcate a Ventotene a fine Settecento, con il bisnonno Giovanni Sportiello dedito al trasporto di generi alimentari da Napoli a Ventotene, Luigi Sportiello nel 2013, con il coraggio, l’energia e l’incoscienza dei suoi vent’anni, decide di inseguire il suo sogno e fondare la sua azienda, Candidaterra. «Candidaterra è il nome che abbiamo dato alla nostra azienda agricola, in cui è contenuto il nome della Patrona di Ventotene, Santa Candida, ed è inoltre l’aggettivo con il quale vogliamo indicare il sacro rispetto che intendiamo portare verso la terra, nello svolgere la nostra attività di viticoltori che bandisce l’utilizzo di pesticidi, insetticidi e prodotti chimici inquinanti di qualsiasi genere, nel pieno rispetto delle norme che disciplinano la Riserva Naturale delle isole di Ventotene e Santo Stefano», racconta Sportiello. A rendere possibile il coronamento di questo sogno sono state due figure cruciali nella vita di Luigi Sportiello: il padre Modesto e l’enologo Vincenzo Mercurio.

    Modesto, desideroso che i suoi figli dopo gli studi rimanessero a Ventotene non solo d’estate per gestire l’attività di famiglia di imbarcazioni da diporto e di gestione di posti barca, spinge il figlio Luigi verso la viticoltura aiutandolo a recuperare un terreno incolto e abbandonato e a riconvertirlo. Tutto questo grazie anche a Vincenzo Mercurio, enologo di grande esperienza e fama internazionale, conosciuto dalla famiglia Sportiello nell’estate 2012, che decide di supportare il progetto del giovane Luigi, individuando le varietà di uve più adatte, il sistema d’impianto, l’esposizione dei vigneti, oltre a supervisionare il processo di vinificazione.

    L’ “impronta” di Mercurio si è rivelata fondamentale non solo relativamente all’avvio dell’attività di Candidaterra ma anche nell’accrescere la cultura enologica di Sportiello attraverso seminari, incontri e lezioni ma soprattutto attraverso tanto lavoro pratico presso i migliori vigneti e cantine dell’Italia centrale.

    Il terroir e i vigneti

    I vigneti di Candidaterra sull'isola di Ventotene

    I vigneti di Candidaterra sull'isola di Ventotene

    Accarezzati dal maestrale e dorati dal sole, che irradia Ventotene tutto l’anno, i vigneti di Candidaterra si estendono su due ettari di terreni a matrice tufacea di origine vulcanica, nella zona centrale dell’isola, a circa 30 metri s.l.m.. Qui vengono coltivate tre varietà a bacca bianca tipiche dell’area campana, Falanghina, Fiano e Greco, suggerite da Mercurio per la similarità del terroir dell’isola pontina a quello dei Campi Flegrei.

    Esposte a sud, le vigne di Candidaterra (una di diciotto anni e una seconda di otto anni) sono coltivate utilizzando solo prodotti di origine naturale, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio. Anche nelle operazioni di taglio e selezione delle uve, che vengono svolte manualmente, l’attenzione per il benessere delle viti è elevata.

    La passione e la dedizione di Sportiello per il lavoro in vigna e in cantina, uniti ai consigli di Mercurio e alle condizioni climatiche di Ventotene e alle peculiarità del terroir danno vita a vini unici, veri e propri gioelli da assaporare che incarnano l’anima dell’isola, sprigionando al sorso i profumi caratteristici dell’antica Pandataria, tra note di agrumi, ginestre e macchia mediterranea.

    I vini della cantina Pandataria

    Pandataria Le Bolle del Confino

    Numero medio di bottiglie annue prodotte: 1.500

    Ultima annata prodotta: 2023

    Primo anno produzione: 2019

    Prezzo al pubblico: 24 euro in enoteca

    Uvaggio: 100% Fiano

    Resa per ettaro: 60/70 quintali

    Allevamento: Guyot

    Un Metodo Charmat di colore giallo paglierino con un perlage molto persistente: Pandataria Le Bolle del Confino spicca per il suo gusto molto secco (si avvicina molto a un Extra Brut visto il suo basso dosaggio di zuccheri) e per i suoi sentori di limone, pera e fiori di mirto che lo rendono ideale non solo come aperitivo e in abbinamento a crudità di pesce ma anche a tutto pasto. Un 100% Fiano le cui uve fermentano in serbatoi di acciaio inox, a cui seguono quattro mesi di presa di spuma e un mese di affinamento in bottiglia.

    Pandataria Il Vino del Confino

    Numero medio di bottiglie annue prodotte: 7/8.000

    Ultima annata prodotta: 2023

    Primo anno produzione: 2017

    Prezzo al pubblico: 28 euro in enoteca

    Uvaggio: 50%Fiano, 40% Greco, 10% Falanghina

    Resa per ettaro: 60 quintali

    Allevamento: Guyot

    Un blend di uve Fiano, Greco e Falanghina per questo bianco chiamato con l’antico nome di Ventotene. La vendemmia avviene nella prima decade di settembre, a cui seguono la fermentazione in acciaio a temperatura controllata, la maturazione per sei mesi sulle fecce fini, sempre in acciaio, e l’affinamento in bottiglia per due mesi.

    Un vino che esprime appieno le caratteristiche del territorio con la sua mineralità e i suoi sentori di agrumi e macchia mediterranea. Di color giallo paglierino lucente, al naso rivela profumi di erbe aromatiche con tocchi di pesca bianca e agrumi. In bocca freschezza e mineralità ben si bilanciano in un sorso elegante e profondo. Un profilo organolettico che rivela l’unicità delle uve di Candidaterra, che crescono su terreni a matrice tufacea di origine vulcanica, accarezzate dai sapidi e incontaminati venti marini e dorate dal nostro sole.

    Ideale da abbinare con carni bianche e con specialità marinare tipiche dell’isola, come il carpaccio di scorfano.

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