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    Catalogo 2008

    Il paesaggio

    «... ed è il paesaggio perché esso è ritenuto lo scenario visibile in cui l’uomo ha esplicato ed esplica le sue attività.»

    GIULIANA ANDREOTTI, Riscontri di geografia culturale, pag. 57

    "Ecco allora che anche noi italiani, pur avendo una storia vinicola ben più antica di quella francese, usiamo, a volte con enfasi, a volte con deferenza, spesso a sproposito mots come barrique, champenois, vieilles vignes, blanc de blancs, brut, cru, ecc.
    Fra le tante parole francesi ormai d’uso comune anche in Italia ve n’è una pregnante ma intraducibile nella nostra lingua: terroir, meraviglioso vocabolo usato per indicare una serie di fattori legati al territorio, al clima, alla morfologia e alla geologia di un certo luogo e che sostanzialmente serve ad identificare in maniera univoca un determinato prodotto (francese).
    Al fine di legare anche nella terminologia il vino italiano al territorio da cui proviene proponiamo
    di affiancare al termine terroir quello di paesaggio specificando appresso il nome del luogo inerente (es. Paesaggio Marchigiano).
    La definizione di Paesaggio non può essere ridotta a quella di panorama, ambiente o vista piacevole. Essa, abbracciando la dimensione storica, si fa carico di una ben diversa profondità mettendo in evidenza le nostre radici culturali. A ciò dobbiamo far riferimento quando, nell’osservazione di un paesaggio, affiorano in noi aspetti emotivi ed evocativi come il ricordo, la nostalgia, la conoscenza, il trascendente, l’emozione estetica o semplicemente lo stupore.
    Il termine paesaggio fa riferimento all’uomo, alla sua opera di trasformazione ambientale,
    al suo lavoro, al suo irrefrenabile desiderio di muoversi (porti, strade, sentieri), alla fame (mulini, campi), alla tenacia (terrazzamenti), alla paura (mura, castelli), alla lingua (toponimi),
    alla festa (sagre), ecc.
    Pensiamo alle Cinqueterre, all’Isola di San Pietro, all’Alta Valle Isarco, al Collio, al Chianti,
    alle Langhe, al Garda, all’Etna, alla Valpolicella, al Vulture, ai Campi Flegrei, alla Costiera
    Amalfitana, alla Valtellina, al Monte Bianco, a Valdobbiadene e via via a centinaia.
    Pensiamole tutte come zone vinicole ma anche come paesaggi che si presentano ai
    nostri occhi e al nostro cuore con tutto il loro carico di storia e bellezza: per tutto questo
    TERROIR non basta, PAESAGGIO dà invece un’idea di pienezza e completezza.
    L’Italia è straripante di vini e ogni vino italiano ha un suo specifico paesaggio dal quale proviene e nel quale è radicato, a volte da millenni, in maniera indissolubile.
    Il paesaggio custodisce e tramanda la memoria culturale e storica dell’uomo e il paesaggio della vite tramanda la memoria del vino e dell’uomo che lo produce: compagni di viaggio nel mondo mediterraneo."

    ━ Gianpaolo Girardi

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