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    martedì, 23 marzo 2021 martedì, 23 marzo 2021

    25 Marzo 2021
    DANTEDI'

    La nostalgia di Firenze ha accompagnato Dante nel lungo esilio: il Lungarno, il Battistero di San Giovanni e l’amico Guido Cavalcanti.
    E con essa, i ricordi familiari, gli odori di casa e le pietanze in tavola.
    Forse fu uno struggimento, o un ricordo evocativo, a fargli citare la Vernaccia, rendendola immortale nel XIV Canto del Purgatorio.

    La fama del vino Vernaccia risale al medioevo. Lo nominò Boccaccio nel Decamerone e Petrarca, indirettamente, nell’opera Africa.

    Ma è con Dante Alighieri nella Divina Commedia che diventa patrimonio di canoscenza;  nel XIV Canto del Purgatorio Dante, aggirandosi tra i Golosi, incontra Papa Martino IV […] e quella faccia di là da lui più che l’altre trapunta, / ebbe la Santa Chiesa in le sue braccia: / dal Torso fu, e purga per digiuno / l’anguille di Bolsena e la Vernaccia …. .

    Non sono tanti i vini italiani che possono vantare questa fama e questo rimando ai padri della nostra lingua.

    La Vernaccia si coltivava (e ancora si coltiva) in Toscana, nella provincia ligure di La Spezia e in Sardegna. Quella a cui si riferiva Dante secondo molti storici era la Vernaccia di San Gimignano. Questo bianco nasce solo nel comune di San Gimignano ed è l’unico bianco in Toscana ad avere la DOCG.

    E a San Gimignano troviamo La Cantina Cappellasantandrea, un bellissimo podere nel mezzo delle colline senesi in un contesto meraviglioso, a pochi minuti dal centro. Una giovane coppia, Francesco e Flavia, lui ingegnere, lei laureata in storia dell’arte, hanno deciso di mollare tutto e di continuare l’attività del nonno di lei.

    Cappellasantandrea è un micromondo rurale dove vecchie viti, capre, asini e cavalli, utilizzati per ottenere compost da usare nei terreni, convivono in perfetta sinergia tra loro creando una dimensione di armonia e artigianalità. Equilibrio è la parola d’ordine che riassume questa azienda.

    Producono tre diverse tipologie di Vernaccia di San Gimignano:

    la tradizionale Clara Stella, la selezione Rialto e la riserva Prima Luce.

     

    Quale fortuna dunque per Flavia e Francesco poter presentare al mondo il proprio vino con queste citazioni? Non bastava la bellezza della città, del paesaggio ondulato, del clima mite e salubre, del cielo terso e della simpatia di chi ci abita!

    No!, non bastava, ci voleva anche una rimando perenne al vino, alla città, alla cultura e alla beltà.

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