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    7 vini di Natale da regalare nel 2023

    martedì, 28 novembre 2023 Giulia Santoro, martedì, 28 novembre 2023 (0 minuti di lettura)
    Brindisi durante una cena di Natale

    Bollicine, certo, poi Amarone della Valpolicella, Barolo, Brunello di Montalcino, Chianti, Nebbiolo. A Natale solitamente si sceglie di essere tradizionali anche nel bicchiere. E se invece decidessimo di distinguerci e puntare su proposte anche fuori dagli schemi, valorizzando produzioni di nicchia ma di grandissima qualità?

    I sette vini che vi proponiamo qui di seguito sono degli autentici fuoriclasse, prodotti da vignaioli dalla storia avvincente, etichette in grado di far viaggiare la fantasia, piccole fiabe alcoliche e piene di talento. 

    Virginie T. – Brut grand cuvée v2 6 ans: un'autentica eccellenza

    Un destino già scritto quello di Virginie Taittinger, che, dopo vent’anni come amministratore delegato della nota azienda di famiglia, ha deciso di fondare una nuova maison di grandi Champagne e cuvéè eccezionali con il figlio Ferdinand a Sillery, ai piedi della Montagne de Reims.

    In particolare, lo Champagne Brut Grand Cuvée 6 Ans è autentica eccellenza di questa boutique Maison, ed è il risultato di una selezione accurata di uve Pinot Nero, Pinot Meunier e Chardonnay provenienti da 15 cru distinti, tra cui 11 Grands e Premiers Crus. Questo champagne proviene dall'eccezionale annata del 2018, con l'integrazione del 15% di vini di riserva del 2017. Dopo un lungo affinamento in cantina di 6 anni, il vino raggiunge la maturità necessaria per esprimere appieno il suo complesso potenziale aromatico.

    Al naso, si aprono freschi aromi di frutta rossa, sfumature floreali e una leggera nota di crosta di pane. In bocca, la cremosità, la sapidità e l'armonia si fondono con eleganza, mentre la persistente e raffinata effervescenza sottolinea la finezza del calice.

    Uno Champagne che si sposa magnificamente con i tortellini in brodo, con i piatti di pesce, con i formaggi, ma anche in abbinamento alle prelibatezze orientali. 

    Salizzoni – Trento DOC Brut Nature Riserva Rhodium: un Trento Doc raro e ricercato

    Un nome evocativo, scelto per accostare il vino a un prodotto di grande valore, il Rodio, di uno dei metalli più rari e preziosi in natura. Uno spumante articolato, quello della cantina di Calliano (TN), con un perlage persistente e molto fine: i 60 mesi trascorsi sui lieviti permettono a Rhodium di sfoggiare un bouquet di profumi ricco ed elegante, che inizia con note di crema pasticcera variegata con miele e un leggero accenno di toffee, e prosegue con sentori profondi di agrume candito, lime e albicocca secca. Al palato si presenta armonioso ed equilibrato, con un’acidità corretta che dona una bellissima freschezza e una beva molto piacevole. Un Trentodoc raro e ricercato, prodotto in sole 5.000 bottiglie. Questa eccellente bollicina si sposa splendidamente con il cotechino, con l’anguilla fritta e con taglieri di salumi e formaggi.

    Vignaiolo Fanti – Isidor: "Il dono di Iside"

    Isidor è probabilmente uno dei migliori vini bianchi d’Italia, sicuramente l’Incrocio Manzoni di riferimento, frutto della maestria di Alessandro Fanti, viticoltore a Pressano, bucolico fazzoletto di terra a nord di Trento.

    Il suo nome significa "dono di Iside", la dea della fertilità e della terra; il nome più indicato per un vino che deve tutto al rispetto per il terreno dove viene coltivato: nel vigneto Vigo, a 600 metri sul mare, la terra infatti non subisce forzature, concimazioni o irrigazioni, preservando la sua vitalità naturale.

    Di colore giallo luminoso, Isidor al naso sprigiona toni balsamici e minerali, accompagnati da note di zafferano e di fiori primaverili. Al palato è cremoso, sapido, pungente, di grande struttura e persistenza. Un vino che sa conquistare al primo sorso, per non farsi più dimenticare. La bottiglia renana enfatizza la sua natura nordica, forte e vitale, come il Trentino, sua terra d'origine.

    Armonioso ed equilibrato, sposa magnificamente con il capitone, con preparazioni a base di carne bianca, con il baccalà mantecato o con i testaroli al pesto.

    Sukula – Barolo Meriame: il barolo con l'accento finlandese

    Riika Sukula, finlandese innamorata da sempre del Piemonte e selezionatrice di etichette per la sua azienda di importazione di vino, nel 2005 sceglie di cambiare vita e di trasferirsi a Serralunga d’Alba (CN) per dedicarsi alla produzione di Barolo. Ad accompagnarla in questa avventura c’è il marito, il cuoco Jyrki Sukula, star tv, il “Cannavacciuolo scandinavo”. Nasce così, nel 2006, la loro boutique winery a conduzione familiare che conta poco meno di 5 ettari di vigneto dove a farla da padrone sono le varietà Nebbiolo e Barbera.

    Il Barolo Meriame ha origine dal celebre cru di Serralunga d’Alba, caratterizzato da terreni argillosi e calcarei, con viti esposte a ovest e sud-ovest a un'altitudine compresa tra i 230 e i 360 metri.

    Un vino che si distingue per la sua ricchezza di complessità e struttura, incarnando autenticamente il suo terroir: balsamico, con note di frutti rossi maturi, regala una beva importante e capace di preservare intatta l'eleganza, l'agilità e la piacevolezza del sorso.

    Perfetto con brasati, carni di cavallo ma anche piatti della cucina asiatica. 

    Picchioni Andrea – Buttafuoco Bricco Riva Bianca: un grande rosso dell'Oltrepò Pavese

    Il Buttafuoco è forse uno dei vini meno conosciuti e valorizzati d’Italia, e il Buttafuoco Bricco Riva Bianca di Andrea Picchioni è una delle migliori etichette per scoprire questo straordinario giacimento enologico. Un vino prodotto solo nelle annate più favorevoli e che affina in barrique per 24 mesi.

    Intenso e ricco, al naso esprime cenni di sottobosco e humus, aromi di mora selvatica, ribes nero, prugna rossa, cenni di cioccolato fondente, tabacco, cacao, note di torrefazione, sfumature di erbe balsamiche e di spezie dolci. Al palato mette in luce una notevole struttura con tannini fitti e vivi, e un frutto denso e succoso, che accompagnano verso un finale equilibrato e molto persistente.

    È un vino da invecchiamento, che raggiunge la piena maturità espressiva dopo una decina d’anni.

    Come abbinarlo? Con stracotti di manzo, con la selvaggina in umido, il bollito misto e l’agnello arrosto. 

    Col di Lamo – Brunello di Montalcino Selezione a Diletta: l'essenza dell'amore madre - figlia

    Giovanna Neri è una donna straordinaria, dal carattere autentico e senza fronzoli che si riflette nelle sue scelte, così come nei suoi vini ricchi di personalità, eleganti, rigorosi, con le espressioni più pure del Sangiovese.

    L’avventura di Col di Lamo ha inizio nel 1997, con tutte le difficoltà iniziali di un vin de garage che è andato via via crescendo negli anni e che non accenna a fermarsi. La conduzione dei vigneti è in regime biologico certificato e in cantina si scelgono vinificazioni tradizionali con utilizzo di lieviti indigeni.

    Quella di Col di Lamo è una realtà tutta al femminile che, grazie a un entusiasmo dirompente, all’impegno e alla dedizione, ha saputo ritagliarsi un posto di primo piano a Montalcino, e non solo, con il suo Brunello di Montalcino DOCG Selezione a Diletta: una preziosa dedica di Giovanna Neri alla figlia Diletta, assieme a lei alla guida della cantina.

    Un vino elegante, ottenuto da uve Sangiovese coltivate secondo i principi dell'agricoltura biologica, che si caratterizza per equilibrio, dedizione ed entusiasmo. Al naso si presenta ampio su note di frutta rossa, marasche e ciliegie, more, alcune note fumé e spezie gialle molto ben articolate.

    Al sorso è succoso ed elegante con tannini raffinati e una sapidità accattivante: un vino di corpo e di grande equilibrio, che permette una bevibilità piacevolissima e un finale succoso, complesso e molto persistente. Ideale con piatti importanti a base di carne rossa, selvaggina e cacciagione, con le tagliatelle al cacao con sugo di cinghiale, con i canederli e con la trippa.

    Francesco Poli – Vino Santo Nobles: un passito "Immortale"

    La Nosiola è l’unica varietà a bacca bianca autoctona del Trentino, da cui nascono vini di grande stoffa. È da queste uve che prende vita il raro Vino Santo Trentino, un passito talmente particolare e pregiato da essere stato inscritto nei Presidi Slow Food.

    Il Vino Santo Nobles della cantina Francesco Poli nasce da uve Nosiola coltivate in agricoltura biologica nei vigneti situati ai margini del lago di S. Massenza. Come da tradizione, le uve subiscono un appassimento di oltre 5 mesi sulle tipiche “arele” (graticci), periodo durante il quale all’interno degli acini si sviluppa la muffa nobile "botrytis cinerea" che, accentuandone la disidratazione, e con l’azione combinata del tempo e del vento, provoca un calo dell’80% e oltre. Ciò significa che da 100 chili di uva Nosiola fresca si ottengono appena 15-18 litri di mosto di Vino Santo.

    La pigiatura delle uve avviene durante la Settimana Santa, poi il mosto viene travasato in piccole botti di rovere dove inizia la fermentazione naturale che, per via dell’elevatissima concentrazione di zuccheri, procede molto lentamente e dura tantissimo: almeno sei, otto anni.

    Dopo l’imbottigliamento ricomincia la vita di questo vino, che si protrae oltre i 50 anni.
    Oggi il Vino Santo può essere a pieno titolo considerato “il passito dei passiti”: nessun altro vino, infatti, rimane in appassimento naturale così a lungo.

    Un prodotto straordinario che sprigiona sentori di acacia, prugna, albicocca secca e uva sultanina che si rivelano sia al naso sia al sorso, accompagnati da note di mandorla e miele, in un insieme vellutato, cremoso, denso, ma non stucchevole perché sorretto da un’ottima acidità.

    Un vino che rappresenta l’abbinamento perfetto per molte tipologie di dolci, dal panettone al pandoro, dalla millefoglie alle crostate di frutta. Non solo dolci: il Vino Santo di Poli si sposa benissimo anche con formaggi e foie gras.

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